Le "cose", nel senso di storie ricorrenti, sono quelle dei luoghi, dei fatti, della gente che suona, ama, vive il jazz portandolo sulla sommitÓ dell'intero universo suono, perchÚ improvvisare o swingare risulta ormai una parte fondamentale della nostra vita tra musica, cronaca, realtÓ, perchÚ insomma il jazz Þ anche il perno della cultura, dell'arte, dello spettacolo, del trascendente, dell'industria, della politica, del quotidiano, della societÓ dei secoli XX e XXI. Le cose fondanti del jazz medesimo - come pure le arti o le idee sul jazz - appaiono in questo libro via via importanti, decisive, utopistiche, tenere, rabbiose, furenti, sensuali, fino a spostare il discorso su tutto ci‗ che effettivamente il jazz richiama quando tutti noi il jazz lo ascoltiamo, lo suoniamo, lo viviamo. Il jazz dunque come "cose" di annate (2020, 1970, 1920), supporti (Album, Cd), identitÓ (Giovani, NativitÓ), criticitÓ (Anoressia, Guerra, Prigione), geografia (Luna, Umbria, Zulu), istituzioni (Scuola, unesco), curiositÓ (Domande, Proust), dualismi (Eco/Marx, Storia/Geografia), ciclicitÓ (Nascita, Stagioni), concetti (Improvvisazione, Teoria, Tragico), musiche "affini" (disco-music, rock), autorappresentazioni (CiviltÓ, Collezionismo, I Love Jazz) e molto altro ancora da scoprire riga per riga. Prefazione di Silvia Belfiore, introduzione di Laszlo Kovacs.